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balticanews.wordpress.com
Sabato 4 ottobre i lettoni vanno alle urne per rinnovare
il parlamento. Tutto quello che c’è da sapere: legge elettorale, i
partiti, gli schieramenti, i possibili scenari dopo il voto.
Il parlamento lettone
Sabato 4 ottobre la Lettonia va al voto per eleggere la 12. Saeima,
il parlamento giunto alla dodicesima legislatura. Proviamo a fare il
punto sulla situazione, capire come e cosa votano i lettoni e quali
potrebbero essere gli scenari alla chiusura delle urne.
Cos’è successo nella passata legislatura.
L’11.Saeima è durata tre anni, anziché quattro secondo il
tradizionale mandato, perché è nata a seguito dello scioglimento del
parlamento precedente, chiuso nel 2011 dopo solo un anno di attività dal
presidente allora in carica
Valdis Zatlers, per non aver consentito indagini nei confronti del deputato Ainārs Šlesers, accusato di corruzione.
Nella legislatura appena conclusa il partito di maggioranza relativa era quello dei russofoni di
Saskaņa centrs,
che vinse le passate elezioni con il 28% dei voti conquistando 31
seggi. Ma SC è rimasto all’opposizione per tutta la legislatura. La
maggioranza di governo infatti è stata formata da tre partiti lettoni
dell’area di centro destra,
Vienotība (18% dei voti e
20 deputati), che ha anche espresso i due premier che si sono succeduti
nella legislatura Valdis Dombrovskis e Laimdota Straujuma,
Reformu Partija,
il partito dell’ex presidente Zatlers, che conquistò il 20% dei voti e
22 deputati diventati poi 16 per la fuoriuscita di sei deputati
indipendenti, e il partito nazionalista
Visu Latvijai! che conquistò 14 seggi grazie al 13% dei voti.
Oltre a SC nella prima parte della legislatura è rimasto all’opposizione anche il partito dei verdi e agricoltori
ZZS,
entrato poi nella maggioranza di governo all’inizio del 2014 quando,
dopo le dimissioni di Dombrovskis, Laimdota Straujuma ha formato il
nuovo governo.
Nel frattempo Reformu Partija crollato nei sondaggi e nelle elezioni
amminitrative del 2012, si è sciolto e buona parte dei suoi deputati è
confluito oggi in Vienotība.
Come si vota
Alle elezioni per il nuovo parlamento si presenteranno
13 liste,
ma solo cinque, o massimo sei, di queste hanno possibilità reali di
superare la soglia di sbarramento che prevede la legge. Si entra in
parlamento infatti se si conquista almeno il
5% dei voti. Il sistema è proporzionale.
Ci sono cinque grandi
circoscrizioni: Rīga e le quattro
regioni, Vidzeme, Zemgale, Kurzeme e Latgale. Il sistema elettorale
prevede la scelta degli eletti attraverso le preferenze, ma a differenza
dell’Italia all’interno della singola lista elettorale prescelta,
l’elettore può assegnare un + in caso di preferenza o cancellare il nome
del candidato che non si vuole rivedere in parlamento, determinando
così il conteggio delle preferenze totali.
Al parlamento lettone vengono eletti
100 deputati.
Si vota nella giornata di sabato 4 ottobre dalle 7 alle 20, senza
obbligo di votare al proprio seggio di residenza. I seggi sono
però aperti già da mercoledì a venerdì in alcune ore della giornata.
Ambasciate e consolati lettoni all’estero sono aperti per permettere
il voto ai tanti lettoni residenti all’estero o che semplicemente si trovino all’estero in questi giorni.
In genere l’affluenza alle urne per le elezioni politiche in Lettonia si aggira intorno al 60%.
Il numero totale dei
candidati è di
1156. L’età media è di 45 anni, il
67% sono candidati
uomini, il
33% donne.
Per quanto riguarda la nazionalità, il 67% sono lettoni, il 6,9% russi,
ed in percentuali minime altre nazionalità come ucraini, bielorussi,
lituani.. Il 24,7% dei candidati non ha dichiarato la propria
nazionalità di origine: si tratta in realtà quasi sempre di candidati di
nazionalità russa. Quindi in pratica il 67% dei candidati è di
nazionalità di origine lettone, il 30% russa.
I principali partiti
Saskaņa (Armonia)
Il partito russofono a queste elezioni si presenta con una leggera
modifica nel nome, non più Saskaņa centrs (Centro del’armonia), ma
Saskaņa sociāldemokrātiskā partija,
per affermare maggiormente l’area socialdemocratica in cui intende
muoversi. Ha un programma di aumenti della spesa sociale e maggiore
attenzione al welfare, in linea con quanto il suo leader e sindaco di
Rīga
Nils Ušakovs porta avanti già da anni nella
capitale lettone, e ha sempre fortemente criticato la disciplina fiscale
e il contenimento della spesa pubblica degli ultimi governi di centro
destra.
Alle ultime elezioni politiche ha avuto la maggioranza relativa, 28%,
ma non è mai entrato nella coalizione di governo. In Lettonia infatti
finora il sistema delle alleanze politiche all’interno della Saeima ha
visto sempre escluso il principale partito russofono del paese. Il suo
legame ufficiale con il partito di Putin
Russia Unita, le
sue posizioni spesso filorusse o quanto meno ambigue sulle scelte
geopolitiche del Cremlino, il sostegno al referndum sul russo seconda
lingua ufficiale in Lettonia, sono fattori che hanno sempre impedito
agli altri partiti lettoni di poter stringere accordi politici con
Saskaņa.
Proprio le posizioni ambigue sulla crisi in Ucraina e l’assenza di
critiche riguardo alle scelte del Cremlino sulla questione, hanno
determinato una grave sconfitta per Saskaņa alle Europee di maggio, dove
i russofoni hanno ottenuto il 13%. Ma nei sondaggi dei mesi successivi
fino ad oggi, il partito russofono resta accreditato di un risultato fra
il
17 e il 20% sempre come primo partito del paese. I suoi bacini elettorali sono
Rīga e il
Latgale,
le zone dove la popolazione russofona ha maggiore influenza, ma per
avere percentuali sufficienti per cercare di conquistare il governo del
paese, ha necessità di intercettare almeno un parte del voto lettone.
Vienotība (Unità)
E’ il principale partito lettone di centro moderato. Guida la coalizione di maggioranza e il governo dal 2009, quando
Valdis Dombrovskis
fu chiamato a provare a salvare la Lettonia da una gravissima crisi
economica. In questi anni ha condotto politiche di austerità e grandi
sacrifici, riducendo la spesa pubblica, ma riportando il paese ad una
crescita economica fra le più alte in Europa e all’ingresso
nell’eurozona lo scorso gennaio.
Nel maggio scorso ha ottenuto una grande affermazione nelle elezioni
europee, cogliendo un clamoroso 46%, che però si spiega con la bassa
affluenza per le europee, lo scoppio della crisi in Ucraina, e la forte
natura europeista del partito stesso. Dombrovskis, candidato alle
europee ha ottenuto un grande successo personale, ma il partito ha
espresso in quelle elezioni diverse altre candidature eccellenti
(Kalniete, Pabriks) che hanno attirato il voto di molti elettori.
Nei sondaggi dei mesi successivi la situazione è tornata alla
“normalità”, con Vienotība che viene accreditata di un range fra il
12% e il
15%, secondo partito nel paese.
A queste elezioni i suoi candidati di maggior rilievo sono l’attuale premier
Laimdota Straujuma, la speaker del parlamento e vero leader del partito,
Solvita Āboltiņa, e l’attuale ministro degli esteri,
Edgars Rinkēvičs,
uno dei diversi membri di Reformu Partija confluiti in Vienotība. Nel
suo programma si punta ad una linea di continuità rispetto agli ultimi
governi.
Ha cercato di stringere alleanze con alcuni partiti regionali, per
estendere la propria capacità di intercettare voti sul territorio. I
suoi bacini elettorali sono soprattutto nelle regioni, in particolare il
Vidzeme, mentre tradizionalmente soffre a Rīga, dove solo nelle scorse
europee (ma si tratta di un caso eccezionale) ha saputo battere la
concorrenza di Saskaņa.
ZZS
Il partito dei verdi e agricoltori nel panorama spesso molto variabile
del mondo politico lettone, è uno dei soggetti più stabili. Può contare,
specie nelle regioni come il Kurzeme e lo Zemgale, di un bacino
elettorale piuttosto costante, e difficilmente si scosta da percentuali
intorno al 10% (nelle politiche del 2011 prese il 12%, nelle europee di
maggio l’8%).
Nella passata legislatura è stato prima all’opposizione, poi è
entrato nella coalizione di governo guidata dall’attuale premier
Straujuma. Nel suo programma elettorale ci sono misure di sostegno per
le imprese, specie nel settore agricolo, e un’attenzione particolare
verso il welfare e i pensionati. E’ un partito di centro moderato, con
una sua componente ambientalista.
Dovrebbe mantenere la sua posizione all’interno dell’alleanza di
centro destra, ma Aivars Lembergs… Eh già, perché anche quest’anno
l’alleanza con il sindaco oligarca di Ventspils, che è anche il
candidato premier del partito, può portare sempre a delle sorprese. ZZS,
ed in particolare gli interessi specifici di Lembergs, fanno fatica a
rimanere all’opposizione e per mantenere un ruolo nel prossimo governo
potrebbe anche adeguarsi ad altre alleanze possibili.
Nacionāla Apvienība
E’ l’alleanza nazionale lettone, che comprende
Visu Latvijai! (giovane e movimentista) e i vecchi nazionalisti più moderati di
Tevzemei un Brivībai.
Nella scorsa legislatura è entrata nella coalizione di centrodestra, pur
mantenendo una forte identità e specificità, che a volte ha reso
difficile la vita della maggioranza.
Attenti in particolare alle questioni di identità nazionale (lingua,
valori, indipendenza) e demografia (sostegni alle famiglia, politica
delle nascite, rientro dell’emigrazione).
Dopo essere stati a lungo considerati una forza troppo estremista e
nazionalista per entrare nelle coalizione di governo, sono stati
sdoganati da Dombrovskis nel 2011 che aveva bisogno di loro per
ricostituire una propria maggioranza ed ora rappresentano una gamba
fondamentale per qualsiasi ipotesi di coalizione anti russofona.
Negli ultimi sondaggi non vanno benissimo, sono accreditati di una forbice dal
7% al 10%. Il Vidzeme, la regione a nord est della Lettonia, è il loro bacino elettorale maggiore.
No sirds Latvijai (Dal cuore per la Lettonia)
Ogni elezione in Lettonia porta alla ribalta qualche nuovo soggetto
politico. Questa volta tocca al partito della ex revisore dei conti
Inguna Sudraba,
che durante il suo vecchio incarico di controllore dei conti pubblici
negli anni della crisi economica si conquistò un forte successo
popolare, per le sue incessanti critiche nei confronti dei politici
spendaccioni e corrotti.
In realtà il suo nuovo partito è nato sotto una luce molto ambigua.
Ha goduto in questi pochi mesi dalla nascita di finanziamenti molto
consistenti, la cui origine è tuttora poco chiara. Poco chiara anche
la vicenda delle relazioni personali della Sudraba con gli ambienti degli attivisti russofoni e le frequentazioni con personalità pubbliche russe.
Il suo programma è tutto puntato sulla riduzione delle diseguaglianze
nel paese, ma da attuare attraverso un forte aumento della spesa
pubblica: sostegni alle famiglie, alle imprese, aumento delle pensioni,
il 2% del pil alla difesa, diminuzione dell’Iva.
Una campagna pubblicitaria molto estesa e ricca ha permesso a NSL di passare nell’ultimo mese dal 2,5% fino quasi al
10%
nei sondaggi degli ultimi giorni in costante aumento. In Lettonia un
partito nuovo al suo debutto elettorale ha spesso un impatto molto
forte.
Difficile prevedere il posizionamento di NSL nella prossima legislatura,
ma è certamente il partito che più di altri potrebbe fare da sponda ad
un allenaza coi russofoni di Saskaņa, se i seggi complessivi
permettessero ai due partiti insieme di ottenere la maggioranza.
Gli scenari possibili
Il sistema politico lettone è da anni bloccato in una
contrapposizione fra lettoni e russofoni, che è in definitiva più
importante e trasversale rispetto alla tradizionale contrapposizione
destra-sinistra.
Per questo negli ultimi anni nonostante la maggioranza relativa
conquistata dal principale partito russofono Saskaņa, al governo i
russofoni non sono mai riusciti ad arrivare, perché i partiti lettoni
hanno sempre costruito alleanze che li escludessero.
Maggioranza russofoni e loro alleati
Saskaņa, nonostante il pessimo risultato delle Europee, rimane in
testa ai sondaggi e probabilmente sarà ancora il partito di maggioranza
relativa nella prossima Saeima. Riusciranno ad andare al governo se
otterrano almeno una trentina di seggi e se potranno contare almeno su
uno dei partiti “lettoni”, disposto ad allearsi con loro. L’unico che
sembra poter corrispondere a questo identikit è No sirds Latvijai.
Una maggioranza di questo tipo potrebbe formarsi se Saskaņa arriverà
vicino al 30% dei voti, e NSL otterrà un grande risultato, intorno al
20%.
Maggioranza dei partiti lettoni di centro destra
In tutti gli altri casi difficilmente gli altri partiti lettoni che
entreranno in parlamento potrebbero sostenere una coalizione coi
russofoni.
La coalizione di centro destra Vienotība, ZZS e Nacionāla Apvienība si
presenta a queste elezioni con l’intenzione di confermare l’alleanza
anche nella prossima legislatura.
Ma non sarà semplice. I sondaggi che danno Vienotība al massimo al 15%,
ZZS e Nacionāla Apvienība non oltre il 9-10% sono troppo bassi per avere
i 51 seggi necessari per la maggioranza. Servirebbe a Vienotība un
exploit che replicasse almeno in parte quello delle europee di maggio.
Altre possibilità: No sirds Latviaji e ZZS aghi della bilancia
Se questi primi due scenari non saranno attuabili, potrebbe nascere
una situazione di stasi fra i due blocchi, russofoni e loro alleati e
partiti lettoni di centrodestra.
Un empasse che potrebbe portare ZZS a rompere l’alleanza attuale di
centrodestra e appoggiare un governo formato con Saskaņa e No sirds
Latvijai.
Oppure, ipotesi opposta, No sirds Latvijai alla fine potrebbe portare in
dote all’attuale coalizione lettone di centrodestra i voti necessari
per formare il nuovo governo.
Decisiva la quota di astensionismo
Ma proprio a maggio per le europee le urne lettoni dettero un
risultato sorprendente, in contraddizione con tutti i sondaggi pre
elettorali. Dunque è tutto ancora possibile. Dipenderà molto dai tanti
elettori ancora indecisi e che probabilmente solo nelle urne decideranno
le sorti del prossimo parlamento lettone. Un’alta astensione rischia di
rendere complicate le cose per i partiti lettoni, perché in genere
(tranne l’eccezione delle europee), l’astensionismo è un fenomeno
soprattutto legato all’elettorato di lingua lettone.
Se gli appelli ad andare al voto di questi ultimi giorni,
come quello della poetessa Māra Zālīte, avranno effetto, un’alta affluenza alle urne potrebbe sovvertire i sondaggi degli ultimi mesi.
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